giovedì 13 aprile 2017

Casa, affitti sempre più alle stelle.



Casa, affitti sempre più alle stelle. Ormai la differenza con la rata del mutuo si va annullando. E non è una buona notizia
Anche nel 2017 le spese per la casa ed i costi ad essa connessi rappresentano una degli oneri e dei problemi principali degli italiani.L’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori ha monitorato i costi relativi al mantenimento di una casa (un appartamento-tipo, di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana) che nel 2017 risultano pari a 1.693,01 euro al mese per un appartamento in affitto (+8,81 euro al mese rispetto al 2016); 1.098,70 euro al mese per un appartamento di proprietà (+10,90 euro al mese rispetto al 2016).

I costi complessivi, dopo la lieve diminuzione del 2016, tornano a salire. Sebbene i costi delle abitazioni siano in calo, infatti, aumentano in maniera marcata le spese relative alle utilities ed alla telefonia fissa (dovuta alla modifica del periodo di emissione delle bollette, sceso a 28 giorni per uno dei principali operatori, operazione che determinerà un aumento pari ad una mensilità).

Sanità privata, i ticket spianano il terreno.



Sanità privata, i ticket spianano il terreno. Si prepara l'addio alla sanità pubblica. La denuncia di Cittadinanzattiva
L’esame delle urine nel privato costa circa 2,17€, mentre nel pubblico arriva a 16,17€ per effetto del superticket; l’emocromo in privato costa circa 9,89€, nel pubblico 20,89€ a causa del superticket. È l’effetto prodotto dal “Super Ticket” ovvero di un surplus di 10 euro sulla ricetta introdotto come provvedimento provvisorio nel 2011 e poi diventato strumento definitivo per fare cassa.

“Da anni chiediamo di abrogare il super ticket”, denuncia Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva. “Il combinato tra liste di attesa e caro ticket fa sì che, per una serie di prestazioni, in particolare quelle a più basso costo, il Servizio Sanitario Nazionale non sia più la prima scelta per i cittadini”, commenta Tonino Aceti.

Spending review: tagli choc al Welfare



Spending review: tagli choc al Welfare
Il Fondo nazionale per le Politiche sociali è stato tagliato da 313 a 99 milioni. Il Fondo per la non autosufficienza da 500 a 450 milioni. Lo ha deciso la conferenza Stato-Regioni il 23 febbraio scorso per rispondere all’imperativo dell’equilibrio di bilancio. «Dopo i tagli alla Sanità da 422 milioni – hanno denunciato i segretari confederali Cgil, Cisl e Uil Rossana Dettori, Maurizio Bernava e Silvana Roseto – questa è una mazzata».
Asili nido, aiuti alle famiglie povere, assistenza domiciliare e centri anti-violenza saranno praticamente azzerati con un maxi-taglio da 214 milioni. Non è messo meglio il fondo per il sostegno ai disabili gravissimi e anziani non autosufficienti a cui saranno prelevati 50 milioni. Una decisione che smentisce quella presa dal governo nel Dl Sud che aveva sbloccato una somma analoga per i malati di Sla sbloccati lo scorso 22 febbraio. Il taglio è stato confermato dal sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali, Luigi Bobba in una risposta scritta all’interrogazione della deputata Pd Donata Lenzi in commissione Affari Sociali. La decisione sarebbe stata presa dalle regioni e dal ministero dell’Economia, senza consultare il ministero del lavoro.

Quelle tasse invisibili chiamate "costi di cittadinanza"



Quelle tasse invisibili chiamate "costi di cittadinanza". La ricerca di Federconsumatori
Quanto pagano le famiglie per i servizi essenziali? Assistenza sanitaria, trasporti pubblici locali, fornitura d’acqua, asili nido, raccolta rifiuti: quanto pesano queste voci sui bilanci familiari, considerate insieme alle addizionali Irpef comunali e regionali? In media richiedono una spesa di quasi 2500 euro l’anno ma molto dipende dalla città in cui si risiede: la più cara è Roma, dove l’insieme di queste voci sfonda il tetto di 3 mila euro, mentre costi più contenuti ci sono a Venezia, a Palermo e a Milano.

Federconsumatori li chiama “costi di cittadinanza”. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha dunque realizzato il quarto rapporto sui costi di cittadinanza, analizzando le spese sostenute dalle famiglie nel 2016 per usufruire dei servizi essenziali (assistenza sanitaria, trasporti pubblici locali, raccolta rifiuti, asili nido e fornitura di acqua) con l’aggiunta delle addizionali IRPEF comunali e regionali. Il confronto è stato fatto su 14 città metropolitane e considerando una famiglia tipo di tre persone – due adulti e un bimbo che nel 10% dei casi ha meno di 4 anni – che abita in un appartamento di proprietà di 100 mq e con un reddito di 36.000 euro annui (pari ad un ISEE di circa 18.000 euro).