popoff.globalist.it – Nei prossimi tre anni sborseremo altri 2 miliardi di euro per le macchine da guerra. Ma con quei soldi si possono creare 26 mila posti di lavoro o comprare 21 treni per i pendolari.
La lista delle opere pubbliche utili è lunga. E l’acquisto dei
cacciabombardieri F35 non rientra in quell’elenco, secondo quelli della
campagna Taglia le ali alle armi. Ma mentre l’Italia sborserà altri 2 miliardi
di euro – per la precisione si tratta di 1 miliardo e 950 mila euro – nei
prossimi tre anni per le devastanti macchine da guerra, il governo ha tagliato
una cifra pressoché identica (1 miliardo e 500 milioni di euro) al Servizio
sanitario nazionale negli anni 2015-2016.
A denunciare l’incongruenza dei progetti di spesa pubblica, che limitano
gli interventi nell’area del sociale, favorendo gli appetiti degli apparati
militari è Grazia Naletto, portavoce di Sbilanciamoci!, durante la
presentazione del dossier “Caccia F35,la verità oltre l’opacità”. Secondo il
rapporto, infatti, ad oggi sono stati già spesi 3,4 miliardi di euro per
l’acquisto dei primi aerei da combattimento; mentre per soddisfare il programma
Joint Strike Fighter ne serviranno altri 10 miliardi.
«Lasciamo ai cittadini italiani giudicare se sia prioritario finanziare
l’acquisto di strumenti di guerra – spiegano – o assicurare la piena garanzia
di un diritto universale come quello alla salute». Secondo i promotori della
campagna del no F35, infatti, è ancora possibile fermare il programma di
acquisto delle macchine da guerra, destinando quei soldi ad altri progetti
utili, senza incorrere in penali: con la stessa cifra, insistono quelli di
Sbilanciamoci! si possono creare 26 mila nuovi posti di lavoro o comprare 21
treni per i pendolari.
L’elenco dei suggerimenti è ancora lungo: secondo quanto scritto nel
dossier, con 2 miliardi di euro sarebbe possibile «retribuire oltre 5 mila
ricercatori per un anno, mettere in sicurezza 135 scuole, comprare 21 treni per
pendolari per un totale di oltre 12 mila posti a sedere, avviare 20 mila
giovani al Servizio civile nazionale». Ma non solo, un F35 è «pari alla «spesa
necessaria per la garanzia di 33.750 borse di studio di 4.000 euro per gli
studenti universitari, la costruzione di 405 nuovi asili capaci di accogliere
12.150 bambini creando al contempo 3.645 nuovi posti di lavoro, l’accoglienza
dignitosa di 10.567 richiedenti asilo per un anno».
«Le aggiornate stime di costo – dicono i promotori della campagna –
permettono di continuare il confronto tra la spesa per i caccia ed altri
utilizzi, più sensati, dei fondi pubblici». Come ad esempio dare una risposta
pressoché definitiva al disagio abitativo per centinaia di migliaia di famiglie
in tutta Italia. «Ci sembra che queste siano proposte di impiego di risorse
pubbliche che vanno in una direzione molto più attinente a quelle che sono le
vere esigenze del Paese», conclude Grazia Naletto.
Nessun commento:
Posta un commento